Aiutare le adolescenti a fare una scelta consapevole per il proprio futuro, oltre gli stereotipi di genere. È l’obiettivo del progetto Inspiring Girls, che porta in classe donne che svolgono mestieri da maschio. Come la rallysta Tamara Molinaro.
La giovane donna bionda con la giacca fucsia chiede al pubblico di ragazzini di indovinare la sua professione. Loro ci provano, a caso. Sarà fotografa, stilista? Acqua. Salta fuori un casco integrale. Panico: che ci farà? Finalmente lei rompe il silenzio: «Sono una pilota di rally». La sorpresa è assoluta. Non sarà mica un mestiere da ragazze… Ma ecco che parte un video. È tutto vero: Tamara Molinaro, 20 anni, è un’autentica campionessa. L’anno scorso ha vinto il Campionato europeo femminile.
Oggi incontra gli studenti di una seconda media dell’istituto San Vincenzo di Erba, in provincia di Como: è la role model, ovvero la figura di riferimento, di Inspiring girls, un progetto internazionale che in Italia è portato avanti da Valore D (la prima associazione d’imprese nel promuovere il talento e la leadership femminile), in collaborazione con Eni e Intesa Sanpaolo, e il sostegno del Corriere della Sera. «Vogliamo far riflettere i ragazzi sul fatto che non esistono professioni per donne o per uomini, ma che ognuno ha il diritto di inseguire liberamente le proprie aspirazioni» dice la presidente Sandra Mori. «Abbiamo già portato in 100 scuole italiane 400 donne che svolgono mestieri considerati maschili, e hanno raccontato la loro esperienza. Nei tredicenni gli stereotipi di genere sono radicati, eppure non se ne rendono conto. Se chiedi loro: pensate che ci siano mestieri diversi per i due sessi? Non ti dicono subito di sì. Poi arriva in classe una “paroliera” che scrive canzoni rap e si stupiscono».
Il triennio delle medie è decisivo, perché al termine gli studenti devono decidere come proseguire gli studi. E qui, ancora oggi, sono i ruoli tradizionali a vincere. Secondo la ricerca Ipsos “Cosa farò da grande” promossa da Valore D, le professioni più ambite dai maschi a quell’età sono ingegnere, medico, informatico. Per le femmine, l’ambizione è diventare insegnante, veterinaria, avvocato; 4 su 5 pensano che saranno loro, da grandi, a occuparsi maggiormente della famiglia. Fonte d’ispirazione, per le ragazze, resta sempre la mamma. Mentre è il papà il riferimento dei maschi.
Non si mette in dubbio che sia bello, e generoso, che si presti attenzione ai mestieri di cura. Perché però impedirsi di sognare altro? L’obiettivo degli incontri è aiutare gli studenti e le studentesse ad avere maggiore consapevolezza di sé. Solo così si fa una scelta libera, senza censurarsi. Tamara ha sempre avuto le idee chiare: «Fin da bambina giocavo con i bulloni, non con le Barbie. A 11 anni ho cominciato a guidare in pista e i compagni me ne dicevano di tutti i colori, per loro le donne non sanno guidare. In prima superiore, in un istituto di meccanica di Como, ero l’unica ragazza della mia età in tutta la scuola. Eppure non solo sono sopravvissuta, ma ho sempre tenuto i maschi a bacchetta. E non ho mai avuto paura. Né in gara, quando ho avuto un incidente sotto la pioggia, né fuori».
La sua storia colpisce molto, nessuno si distrae. Un dettaglio non sfugge: nonostante i bulli e i pregiudizi, Tamara ha avuto l’appoggio della famiglia, che lavora nel settore delle corse (poi del fidanzato, anche lui rallysta). «Sei riuscita a diventare una pilota perché i tuoi ti hanno aiutato e hanno creduto in te» interviene Antonella dal banco. «Non tutti hanno la forza di opporsi a mamma e papà, e di dire: questo è quello che voglio fare».
La replica è immediata: «Hai ragione, i miei genitori sono stati la mia forza» risponde Tamara. «Ma bisogna ascoltare se stessi, più degli altri. E provarci al 150 per cento».
Conciliare, che fatica
Manuela Appendino, ingegnere biomedico, è un’altra role model di Inspiring Girls (ci sono anche macchiniste, imprenditrici). Ogni volta che entra in classe, deve spiegare di cosa si occupa: «Non sanno che un ingegnere può supportare il chirurgo in sala operatoria. Invece è quello che ho fatto per anni in un ospedale di Asti». Un lavoro insolito anche questo, indubbiamente. Ma parlarne aiuta a sparigliare le carte, insinuare il dubbio, rompere con gli stereotipi di genere. «Le ragazze mi hanno chiesto se riesco a conciliare il lavoro con la famiglia. Domande che ci si sarebbe aspettati decenni fa».
Percorsi tecnici per maschi
Secondo la ricerca Ipsos, i maschi credono di essere più bravi delle ragazze in informatica, mentre ritengono le compagne più brave in italiano e arte. E gli adulti? Il pregiudizio di genere colpisce anche loro. «In terza media gli insegnanti devono consegnare alle famiglie il Consiglio orientativo per le superiori» dice Sandra Mori. «Ma è difficile che si indirizzi una ragazza verso un istituto tecnico».
L’incontro con Tamara Molinaro sta per concludersi. La domanda finale agli studenti è: cosa farai da grande? Gli schieramenti sono netti: da una parte disegnatore manga, broker, vigile, scacchista. Dall’altra, ballerina, maestra d’asilo, poliziotta. Nessuna rallysta, per ora. Anche se molte sospirano: «Però, il lavoro di Tamara. Che figo…».
Fonte Articolo: Iodonna.it